Camere da letto
La camera da letto svolge la sua funzione per lo più nelle ore notturne, quando ci si dedica al sonno ed al riposo, tuttavia, le persone che vivono una disabilità, sono spesso costrette a riposare per più tempo o a rimanere sdraiate a letto per lunghi periodi, anche durante il giorno e non necessariamente per dormire.
In questi casi la camera da letto cede spazio anche ad altre funzioni come lo studio, la lettura la ginnastica etc. Ogni disabilità andrà quindi a modificare l’uso e l’organizzazione della zona notte.
La Normativa impone 9 m2 come superficie minima per una camera singola e 14 m2 per la camera da letto matrimoniale ma nel dimensionamento della stanza non ci si deve limitare al rispetto di questi standard, che in genere produce spazi difficilmente adattabili a quelle che possono essere le esigenze future degli utenti (anziani, persone con bastone, non vedenti, persone con grucce o sedia a ruote).
Per facilitare la disposizione e l’uso degli arredi ed avere spazi di manovra adeguati, la superficie ottimale per una camera singola è di circa 11 m2 (con dimensioni minime di 3x3,6 m), mentre per una matrimoniale accessibile è di circa 16 m2 (con minime di 3,5x4 m).
Una stanza di 20 m2 (con dimensioni minime di 5,5x3,6 m) può essere utilizzata da una coppia di persone con ridotta capacità motoria o su sedia a ruote; si deve sempre tener presente che alcune disabilità richiedono una presenza costante di un assistente e che le stanze devono quindi essere dotate di due letti singoli e non di uno matrimoniale.
Per ottenere un passaggio comodo, tra gli arredi, il letto e le pareti si deve mantenere una distanza di 90-95 cm (i 70 cm che talvolta vengono indicati non sono sempre attraversabili da una carrozzina); lo spazio libero necessario a fianco del letto, per il trasferimento dalla sedia a ruote, è di 120 cm ma portandolo a 150-170 cm si può effettuare anche la rotazione; per l’accessibilità all’armadio serve uno spazio anteriore profondo 120 cm.
Quando si deve adeguare una zona notte esistente alle necessità di una persona con disabilità, ci si può ritrovare con passaggi larghi appena 60 cm, inaccessibili; in alcuni casi si è costretti a spostare l’armadio fuori dalla camera, in corridoio o in un ripostiglio.
Possiamo considerare l’ingombro minimo di un letto matrimoniale pari a 160x200 cm e 60 cm la profondità standard di un armadio.
La disposizione più funzionale in una camera di 14 m2 si ottiene contrapponendo letto e armadio, mantenendo così un buon passaggio; in una camera più ampia, 16 m2, l’armadio può essere posizionato lateralmente in modo tale da lasciare spazio ad una scrivania o andare ad inserire una testiera attrezzata profonda almeno 40 cm; camere di circa 20 m2 consentono soluzioni più articolate come disporre il letto in angolo o in centro alla stanza ricavando una cabina armadio, una zona studio o una piccola palestra.
Una buona camera da letto, per soddisfare le esigenze di tutti dovrebbe:
• consentire spazi di manovra agevoli e sufficienti per rifarsi il letto
• semplificare gli spostamenti tra letto, water e doccia con un bagno accessibile, privato o il più vicino possibile
• avere un guardaroba accessibile (meglio una cabina armadio)
• avere la finitura del pavimento che non intralci il passaggio (es. parquet, moquette corta)
• offrire una adeguata privacy e un accesso ad una zona all’aperto
• essere dotata di un efficace impianto di riscaldamento/raffrescamento
• contenere elementi di intrattenimento (radio, TV, libri) disposti opportunamente
Tutti gli elementi di controllo degli impianti e degli allarmi (apparecchi per la segnalazione sonora e luminosa), interruttori della luce, telefono, citofono e controllo dell’ingresso, telecomandi di televisore, radio etc. devono essere raggiungibili e azionabili anche da chi è sdraiato a letto.
Posizionando adeguatamente le aperture della camera, è possibile offrire una visione più piacevole per le persone che passano molto tempo a letto e garantire un buona illuminazione. La ventilazione è altrettanto importante, per eliminare vapore, odori e umidità dalla stanza.
Le finestre orientate ad est sfruttano completamente la luce del mattino. La luce naturale, però, deve essere sempre integrata da quella artificiale che viene in aiuto delle attività che si svolgono nella camera, a letto, sulla scrivania, nella cabina armadio.
L’illuminazione generale della camera deve essere diffusa, non stancante e gestibile con un interruttore vicino alla porta di accesso e a lato del letto (da entrambi i lati per un letto matrimoniale); una illuminazione puntuale e diretta deve essere prevista vicino al letto (due punti luce indipendenti se si tratta di un letto matrimoniale) e sulla scrivania per poter leggere senza affaticare la vista. Si possono utilizzare lampade con intensità luminosa diversa, dalle classiche abat-jours alle plafoniere a parete, dalle lampade orientabili da tavolo o a piantana ai faretti applicato alla testiera del letto.
Per guardare il televisore in camera, da seduti, evitando di affaticare vista e muscoli, bisogna mantenere una corretta postura del corpo e l’apparecchio deve essere posizionato al meglio (si rimanda al paragrafo Televisori nel capitolo Soggiorno e sala da pranzo). Gli occhi dell’osservatore devono essere allineati allo schermo ma per chi guarda la televisione da sdraiato, questa deve essere posta ad una altezza maggiore, utilizzando appositi supporti da fissare a parete o o soffitto. I modelli più recenti, con schermo piatto, LCD o LED, si prestano bene a questo scopo mentre per i modelli più vecchi e pesanti bisogna assicurarsi che il sostegno sia sufficientemente resistente.
Se si progetta una abitazione o una camera da letto per rispondere alle esigenze di un diversamente abile, è possibile predisporre interruttori, prese elettriche e per l’antenna nei punti necessari ma se si adegua una stanza esistente è bene che i cavi elettrici non rimangano a penzoloni e non intralcino i passaggi. Non si tratta solo di una questione estetica, ma soprattutto di un problema di sicurezza. In questi casi è preferibile adottare una canalina esterna che racchiuda tutti i cavi utilizzati.
Letti
L’elemento fondamentale della camera è sicuramente il letto, che deve essere comodo e adatto alle esigenze di chi vi si sdraia.
Rispetto ad un letto singolo, quello da una piazza e mezza, anche se più ingombrante consente al diversamente abile di girarsi autonomamente, cambiando posizione senza avvicinarsi pericolosamente al bordo.
Un altro aspetto importante per l’autonomia dell’utente (e per facilitare il compito di chi assiste una persona allettata) è l’altezza del letto: da questa dipende, per esempio, la facilità o l’impossibilità di effettuare il trasferimento dalla carrozzina al materasso. Come sempre, in questi casi, non esiste una soluzione universale, quindi l’altezza dovrà essere personalizzata di volta in volta. Una soluzione molto pratica è rappresentata dalle reti regolabili manualmente, attraverso pedali o manovelle, o elettricamente con un telecomando; questi prodotti, molto spesso, non solo si alzano e si abbassano ma, essendo composte da tre elementi, possono essere regolate per sollevare la parte del busto o delle gambe, passando dalla posizione supina a quella seduta. Con l’uso sempre maggiore di questo tipo di reti, i costi, una volta molto alti, stanno diventando più accessibili.
Le sponde sono tra gli accessori spesso indispensabili per proteggere le persone diversamente abili da pericolose cadute accidentali. Non sempre vengono vendute assieme al letto e, in questi casi si possono applicare delle sponde universali adattabili a tutti i letti.
Nei casi in cui la persona abbia la necessità di utilizzare un sollevatore mobile (gestito da un operatore) è indispensabile assicurarsi che uno spazio alto circa 20 cm sia presente a terra, sotto la rete, per consentire l’inserimento delle appendici dell'ausilio.
Cuscini e materassi antidecubito
Per i diversamente abili costretti a letto o seduti nella stessa posizione per molto tempo, i cuscini ed i materassi antidecubito cercano di prevenire le piaghe da decubito. Se il materasso ha fondamentalmente solo questa funzione, il cuscino aiuta anche le persone in sedia a rotelle a mantenere una postura corretta.
Infatti un cuscino sulla seduta, oltre ad assorbire e ridurre gli scossoni e le vibrazioni che la carrozzina trasferisce all’utente quando il terreno non è regolare, distribuisce il peso del corpo in modo più uniforme. Con un cuscino adeguato il bacino ed il busto sono più stabili e di conseguenza le articolazioni mantengono la posizione corretta.
Per un effetto ottimale carrozzina e cuscino dovrebbero essere scelti nello stesso momento.
Comodini
Generalmente il letto viene sempre affiancato da uno o due comodini per tenere a portata di mano quegli oggetti che sono necessari mentre si è a letto; per un abat-jours e una sveglia basta un piccolo tavolino da notte quadrato 35x35 cm (o con un diametro di 40 cm se tondo). Per riporre facilmente riviste, libri o altri oggetti risultano particolarmente comodi da raggiungere da sdraiati, dei modelli un po’ più grandi, con ripiani aperti o con cassetti (cassettiere con ruote possono essere comode perchè spostabili).
Sono da preferire modelli senza spigoli vivi e con forme arrotondate, meno pericolosi in caso di urti o cadute accidentali.
L’altezza del comodino dovrebbe superare il materasso di circa 15-20 cm; dietro la testata del letto, a questa stessa altezza (o a quella più congeniale) può essere inserito un elemento profondo 20-30 cm in modo da avere un ulteriore piano di appoggio a portata di mano.
Alcune persone sono in grado di svolgere autonomamente diverse attività pur essendo obbligate per problemi di salute a restare a letto; in questi casi è necessario un piano di appoggio per mangiare, scrivere, lavorare al computer etc. I vassoi da letto (con delle gambette) non sono molto stabili una volta appoggiati sul materasso, quando la persona si muove. A questi si possono preferire i tavolini servipranzo presenti in tutte le camere d’ospedale, con ripiano regolabile in altezza e nell’inclinazione; in commercio si posso trovare anche dei modelli meno “ospedalieri”. Un appoggio decisamente più stabile si può ottenere con un tavolo dotato di ruote, da far scorrere sopra al letto nei momenti in cui serve e poi spostarlo facilmente; questi tavoli “a ponte” si possono acquistare o realizzare su misura.
Armadi e piani di appoggio
Qualsiasi tipo di ripiano deve essere impostato ad una altezza variabile tra i 40 e i 140 cm per essere raggiunto dalle persone in carrozzina e tra 60 e 160 per tutte le altre persone con problemi motori, che utilizzano stampelle o bastone.
Alla base dei mobili, per consentire un più facile accostamento della carrozzina, si consiglia di mantenere libera la base o inserire uno zoccolo arretrato, alto 20-25 cm.
In genere l’armadio trova spazio sulla parete opposta al letto o su una di quelle laterali. La distanza tra letto e armadio determina la possibilità di utilizzare quest’ultimo, in quanto oltre allo spazio per aprire le ante serve anche lo spazio per manovrare la sedia a ruote. Si deve garantire uno spazio minimo di 120 cm ma, un armadio con ante battenti da 60 cm richiede una profondità di 140-150 cm. Se queste misure si possono progettare in una camera nuova, in quelle esistenti difficilmente si riscontrano; possiamo quindi utilizzare armadi con ante più piccole (es. 45 cm), ma che rendono l’accesso più difficoltoso, o con ante a libro, che piegandosi occupano metà spazio (es. un’anta da 60 cm, aperta occupa 30 cm). Raggiungere il contenuto di un armadio è più facile se le cerniere delle ante consentono una apertura a 180°.
Le ante scorrevoli sono probabilmente la soluzione migliore: le ante a scorrimento planare si chiudono allineandosi, senza sporgere dall’armadio, mentre quelle a sovrapposizione possono occupare qualche centimetro in più. Anche se talvolta le chiusure scorrevoli comportano un ingombro maggiore dell’armadio (64-68 cm), si deve considerare anche che le ante possono essere molto più ampie, anche 150 cm. Le porte scorrevoli sono più facili da aprire (richiedono poca forza) soprattutto se sono ante tamburate o realizzate con materiali leggeri, inoltre non sono pericolose se rimangono aperte, anche per chi presenta problemi alla vista (Fig. 5 e 6).
Le ante con maniglia a “D” o ricavata nello spessore risultano comode per tutti. I meccanismi di chiusura devono essere morbide e facili da azionare.
Quando lo spazio lo consente, è preferibile una cabina armadio in quanto gli spazi di manovra attorno al letto non vengono intralciati in alcun modo e, se è opportunamente attrezzata, tutto risulta a vista e raggiungibile.
Una soluzione non commerciale ma che può essere realizzata e personalizzata a piacimento, è la “parete-armadio”; tubo appendiabiti, ripiani e cassetti si possono organizzare in base alle esigenze. Sostituire le ante con delle tende rende tutto accessibile alla carrozzina.
La parte bassa degli armadi attrezzata con cesti e cassetti su guide metalliche con fine corsa, permettono di visionare tutto il contenuto in modo più comodo rispetto ai ripiani profondi; l’utilizzo di accessori specifici estraibili (portacravatte, aste portapantaloni, cassetti con frontalino trasparente, vassoi suddivisi in scomparti, etc.), aiuta a mantenere tutto in ordine e a portata di mano.
Come per i ripiani, anche le aste appendiabiti, se fissate a 160 cm da terra sono raggiungibili a fatica da chi ha una scarsa mobilità o ha problemi agli arti superiori; gli appendiabiti posti a 140 cm sono raggiungibili da tutti, anche dalle persone in carrozzina. Per contro, questa altezza non consente di appendere abiti lunghi e cappotti. Si può quindi prevedere un appendiabiti più alto dotato di un semplice servetto che consente di portarlo all’altezza adeguata. Questo meccanismo oliodinamico può essere azionato a mano (l’asta o l’asola deve essere lunga circa 80 cm, o comunque raggiungibile anche da seduti) se l’utente è dotato di una certa forza nelle braccia. Siccome riposizionare la barra appendiabiti carica di vestiti può risultare difficile, è bene optare per dei servetti elettrici, azionabili con un telecomando.
L’utilizzo di questo sistema consente di sfruttare bene lo spazio superiore degli armadi in completa sicurezza per tutti (non serve utilizzare sedie o scale per raggiungerlo, con il rischio di cadere). Bisogna sempre tener presente che il meccanismo, una volta abbassato, richiede uno spazio, di fronte all’armadio, di circa 100-120 cm, ai quali se ne devono aggiungere almeno altrettanti per lo stazionamento della carrozzina.
Sollevatori
I sollevatori sono apparecchi che consentono di alzare e trasportare gli utenti disabili che non sono in grado di compiere determinati spostamenti; il sistema di funzionamento può essere sia manuale che elettrico. I sollevatori si possono suddividere in tre tipologie: mobili, fissi, a soffitto.
I primi si compongono di un telaio che regge il braccio con un bilanciere sul quale si fissa l’imbragatura che accoglie la persona. Per consentire l’avvicinamento alla carrozzina e per migliorare la stabilità, la base può essere allargata. Con una imbragatura adatta consentono di spostare l’utente direttamente sopra ai sanitari del bagno o di immergerlo nella vasca. I sollevatori mobili sono tra i più diffusi perché dotati di ruote e quindi spostabili nelle varie stanze, ma richiedono necessariamente la presenza di un operatore che esegua il sollevamento e tutte le altre operazioni. Al momento dell’acquisto è indispensabile verificare che le dimensioni dello strumento consentano gli spostamenti tra gli ambienti della casa e che i movimenti del bilanciere permettano l’accesso alla vasca. Il tipo e il diametro delle ruote influisce sulla mobilità del sollevatore.
I modelli fissi, a parete o a pavimento possono essere la soluzione più adatta se gli spazi sono piccoli; per contro si collocano in modo stabile nella stanza, quindi valutare correttamente il punto di installazione diventa fondamentale per migliorare l’autonomia delle persone. I sollevatori fissi che non richiedono grandi opere murarie sono quelli con piantana bloccata tra soffitto e pavimento a vite o a pressione: l’asta compie un movimento a bandiera ed è comandata elettricamente dall’utente.
Un binario fissato a soffitto permette al sollevatore di compiere un percorso tra ambienti contigui o tra punti diversi della stessa stanza: può essere utilizzato per muoversi dalla camera al bagno, come per spostarsi dal water alla vasca. Questa tipologia di sollevatori può richiedere interventi anche importanti, soprattutto per le modifiche riguardanti le porte ed è bene rivolgersi a ditte specializzate per verificare la fattibilità dell’impianto. Alcuni modelli recenti dispongono di un sistema che consente di far passare il motore da una stanza all’altra, quando si raggiunge una porta; alcune porte a tutta altezza possono essere previste per non ostacolare l’inserimento della rotaia a soffitto. In fase di progettazione si può prevedere di estendere la guida del sollevatore fin dentro ad un apposito “armadio” che contenga ausilio e accessori quando non vengono utilizzati.
La scelta dell’imbragatura richiede particolare attenzione perché ci si deve basare sulla disabilità della persona, in modo da garantirle una buona “vestibilità“, rispetto agli spostamenti da compiere con il sollevatore (dal letto alla carrozzina, dalla carrozzina alla vasca, etc.).